ECCO, I GRECI PER ESEMPIO

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Se vai al mercato con la sporta vuota, i bisogni insoddisfatti e non trovi la merce che ti serve, torni a casa bisognoso. Bisognoso resti pure se trovi merce ma ti mancano i denari sufficienti ad acquistare quel che ti serve.

Stesso risultato. Non lo stesso tornaconto però per gli altri agenti del mercato: nel primo caso i produttori hanno venduto e guadagnato, nel secondo invece non hanno venduto, hanno anzi dissipato ricchezza.

Se poi ad alcuno venisse di pensare come la povertà sia l’equivalente della dipendenza dal bisogno, beh…. la cosa è nota ai bisognosi.

L’abbiente, invece, fa finta di niente ma si sbaglia di grosso: quel “grasso che gli colava di dosso”, per dar ristoro a chi non ha, non cola più.

E qui viene il bello: l’Economia dei Consumi non ammette il bisogno, anzi per funzionare lo esclude; la strutturale sovraccapacità che la impalla lo impone. Per smaltirla occorre acquistare oltre il bisogno, per fare quella spesa non s’ha da essere bisognosi.

Dentro questo sistema circolare e continuo, per stare in equilibrio quanto viene prodotto deve essere acquistato. Viene cosi ottimizzato l’impiego dei fattori produttivi che per cotanto fare vanno tenuti a libro paga, pure di quelli che fanno la spesa.

Già, per tenere attivo il ciclo, dentro quel sistema, c’è chi lavora per produrre e chi deve farlo per consumare quanto prodotto.

Là, dove becca remunero l’esercizio del produrre e viene a mancare quello del consumare, si rischia il crak.

Ci sono aree disomogenee nel mondo dove più si produce ed altre dove più si consuma e magari hanno pure un’unica moneta: ecco.. in Grecia per esempio. Lì mancano di poter fare la spesa; mancando già di produrre, quanta sarà la ricchezza generata per poter pareggiare i conti ed ancor più rimettere il debito?

Così i Greci rischiano il default sul debito. Per tutta risposta i creditori chiedono una riduzione delle pensioni, un intervento sul mercato del lavoro, un aumento dell’Iva.

Meno denaro, insomma, per fare la spesa, più alto il costo della spesa: Bella, no?

Se tra quelli che fanno la spesa chi consuma fa il 60% della crescita e chi produce il 20%, quel 60 avrà pure un valore. Eccome. Olè, se vi è più valore nell’esercizio del consumare che in quello del produrre, questo valore deve fare prezzo altrimenti resterà solo di attendere i miracoli.

Quegli stessi miracoli che sembrano fare la crescita dell’economia spagnola, sfidando le leggi delle gravità, con un tasso di disoccupazione al 24% ed i redditi da lavoro compressi ogni ragionevole dire. Okkio però: il tasso di risparmio in Spagna è sceso dall’11.5% prima della crisi, al 4.3% dello scorso anno. Eggià, se non esistono pasti gratis, figuriamoci i miracoli!

A meno che la deflazione che impazza in Spagna abbia rifocillato quel disastrato potere d’acquisto. Un vero miracolo!

Ecco, appunto, la deflazione: un modo possibile per riallocare la ricchezza a quegli attori economici che hanno bisogno.

Epperchennò pure confermare la regola: non si può essere bisognosi dovendo acquistare ben oltre il bisogno per fare la crescita.

Mauro Artibani

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Informazioni su professionalconsumer

Sono Mauro Artibani, l'economaio. studioso dell’Economia dei Consumi, quella che gli accademici non scorgono, le Facoltà di Economia non insegnano. Da 15 anni sviluppo una ricerca al cui centro abita il “Professional Consumer” che sbircia, indaga e intravvede le regole per un capitalismo tutto nuovo. Autore del libro: PROFESSIONE CONSUMATORE Paoletti D´Isidori Capponi, Marzo 2009 Autore del libro: LA DOMANDA COMANDA: VERSO IL CAPITALISMO DEI CONSUMATORI, BEN OLTRE LA CRISI Autore del DECALOGO DEL PROFESSIONAL CONSUMER Ho in corso la redazione del “SILLABARIO DELL’ECONOMIA DEI CONSUMI” testo che riallinea le voci dell’economia al nuovo paradigma della produzione.
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2 risposte a ECCO, I GRECI PER ESEMPIO

  1. Roby ha detto:

    Concordo pienamente con la tua analisi. Dal mio punto di vista (deformazione professionale) il problema di fondo irrisolvibile e’ uno solo: il capitalismo senza aggettivi. La Grecia e’ l’ultimo esempio di un assurdo contabile. Ma e’ il mondo a vivere in una maniera totalmente assurda. L’espansione tipica del capitalismo , una sorta di metastasi che si diffonde per vivere, si regge solamente sul debito. Bestialita’ pura dal mio punto di vista. Saro’ fissato e forse semplicistico. Lo voglio e lo sono. Per indole e per lavoro visto che sono un controller da 35 anni. Di numeri e grafici ne ho le scatole piene e solo la sintesi aiuta a capire le cose complesse e “assurde” per l’appunto. Poi ognuno e’ libero di pensarla come vuole tanto alla fine la natura riporta alla ragione. Sempre.

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